Il Greco fu introdotto in Campania, e precisamente nell’area vesuviana, probabilmente dai Pelasgi, un popolo originario della Tessaglia. Solo tra la fine dell’800 e l’inizio del ‘900 iniziò ad essere coltivato nelle zone interne, trovando il proprio territorio nella Valle del Sabato irpina, una piccola area piuttosto omogenea caratterizzata da terreni di origine vulcanica, fortemente argillosi e calcarei, ricchissimi di minerali, in particolare lo zolfo che veniva estratto e lavorato presso le miniere Di Marzo fino all’inizio degli anni ’80.
Prima di diventare il fulcro di una delle denominazioni bianche più conosciute in Italia, infatti, il piccolo borgo di Tufo è stato uno dei più importanti centri minerari del sud. Quello zolfo che per anni ha retto l’economia della zona e ancora oggi si fa sentire nel profilo aromatico e gustativo di vini inconfondibili, nuovo oro giallo della Valle del Sabato.
L’area del Greco di Tufo è la più piccola, in rapporto all’estensione del territorio ma non alla superficie vitata, tra le denominazioni irpine. Sono soltanto otto i comuni che possono ospitare nei propri confini vigneti di Greco a Docg e sono Altavilla, Prata Principato Ultra, Santa Paolina, Montefusco, Torrioni, Chianche, Petruro e naturalmente Tufo.
La Doc fu riconosciuta nel 1970, la Docg nel 2003